Il leone è il re della foresta.
E un re non deve chiedere permesso a nessuno.
Fa le regole che vuole: regole che può seguire o no, ma che di sicuro gli altri devono rispettare.
Deve sceglie per sé sesso e il suo branco le carni migliori.
E’ aggressivo più degli altri. E’ disposto a rischiare più degli altri.
Nessuno può togliergli il suo titolo di Re. Se non un altro re sfidandolo a una gara mortale: chi vince regna, chi perde muore.
Il potere chiede un altro tributo. Solo chi è disposto a giocarsi tutto può diventare Re. Gli altri animali infatti sono…
La radio viene fermata bruscamente. Poco dopo ecco ritornare le note di una conosciuta polka. Penelope entra con il vassoio del the. Il piatto dei biscotti è stracolmi di alberelli, babbi natale e pecore ricoperti glassa.
“Oh no ti prego basta” sospiro ad un abete scoppiettante di cioccolato
” Un chilo in più un chilo in men.o..cosa cambia?” mi dice Penelope appoggiandomi una tazza bollente sotto il naso.
“Non è una questione di chili..ma di salute. Durante le feste ho mangiato come non mai”
“Ah sì” fa lei.
Ora la prenderò in contropiede.
“E tu? Cos’hai fatto a Natale?”
Mi guarda accigliata. In tanti anni di conoscenza non avevo mai avuto il coraggio di chiederglielo. Non so mai cosa fa Penelope nel tempo libero. Vista l’età dubito si muova tanto in giro per il mondo,. Sono sicura che avrà passato le feste a leggere qualche libro dei suoi.
“Sono andata in periferia.
“In periferia?”
“A Cuba”
Spiazzata.
A Cuba?
Penelope?
Ma com’era possibile?
“E anche in Sud Amerca”
Sud America? Ma quanto era stata via?
” E a Londra. A Berlino. E per finire a Napoli”
Mi sta prendendo in giro?
Eppure i suoi occhi sornioni erano splendidamente limpidi.
No, non stava mentendo.
Ma..com’era..
Bloccando i miei pensieri, quasi come se li leggesse, sfila un libro da sotto il tavolo e me lo pone. La copertina mi ricorda un altro libro letto poco tempo fa. Poi fisso il nome dell’autore e tutto mi è chiaro.
BACIO FEROCE di Roberto Saviano.
Il seguito di “La paranza dei bambini”.
E lì come in un film mi vedo passare davanti la periferia della mia città che infondo è uguale a milioni di altre periferie: la stazione che dopo una certa ora diventa il luogo di scambi illeciti e di brutte facce; le vie più ampie e con molti antri bui che nascondo sedie e tavolini usati da ragazze della mia età se non più giovani che vengono buttate in strada come gli avanzi dei ristoranti il giorno dopo Capodanno; lo spaccio; i centri massaggi cinesi con le vetrine oscurate.
Guardo Penelope e la ringrazio di quel biglietto aereo pesante ma necessario.
Lei mi sorride e prendendo il biscotto più grosso di tutto il vassoio, me lo pone dicendo :
“Avrai bisogno di zuccheri per questo viaggio”
Ora