“Essere mamma non è un mestiere.
E non è nemmeno un dovere.
E’ solo un diritto tra tanti diritti”
“Che differenza c’è tra Uomo e Donna? Esser padre, esser madre? Uno partorisce e l’altro contribuisce alla nascita in modo del tutto diverso (e decisamente meno sofferto, mannaggiaaloro).
Tutto qua?
Fin da piccola, nel bene e nel male, ho sentito un sacco di luoghi comuni su cosa sia maschile e cosa femminile, ma quel che è peggio è che li ho vissuti in prima persona. Io stessa ho preferito il rosa al blu perché era da femmine. Certo, giocavo anche con le macchinette e mi piaceva un sacco, ma se mi chiedessero di mettere a confronto una vita in rosa con una vita in blu, risponderei per sentito dire. “
Pausa. Gli occhi di Penelope mi si sono incollati addosso come in uno strano bricolage empatico.
Sento che mi sta ascoltando. E’ un miracolo. Pioverà di sicuro.
“E questo libro che mi hai dato ha…ha rimesso tutto in discussione.
Appena mi convincevo di una risposta, dopo qualche pagina ero già che parteggiavo per il contrario. Come diavolo fa a scrivere così bene ‘sta donna?”
La gatta grigia sorride. Il the allo zenzero pure.
“Poi certo, uno può pensarla diversamente. Per dirti, l’ho fatto leggere ad una mia amica e lei è stata molto categorica: dice che esser madre fa parte dell’esser donna. E che lei non sceglierebbe mai di mettere a repentaglio la vita di suo figlio per il lavoro. La questione è più complessa. Forse è anche colpa della società se le donne devono scegliere tra lavoro e famiglia, no? Poi bisogna anche contestualizzare, l’Oriana scriveva questo libro negli anni in cui per una donna single esser madre era davvero disonore. Ora è diverso. “
Penelope appoggia la tazza. E’ il segnale di imminente presa di parola.
“Pensi che adesso la situazione sia migliorata?”
“Bé, si..direi di sì..per te non è così?”
Le rispondo appoggiando a mia volta la tazza.
L’aria si fa tesa.
Sembriamo ad un talk show politico.
Donald Trump e Hilary Clinton.
Repubblicani e Democratici.
Blu e rosso.
Hilary prende la parola:
“Non vedi come sono costrette a vivere le donne? Dopo otto ore di lavoro (sottopagato, perché in quanto donne lo stipendio è più basso) devono pulire casa, passare a prendere i bimbi e preparare la cena. Esser madri, esser mogli, esser colf, esser cuoche, esser quello che serve. Tutti i grandi ideali del ’68 mandati in fumo per un divano più grande o una casa al mare. E’ inaccettabile!“
Prontamente ribatto:
“ Questo è quello che vedono le persone arrabbiate e deluse. Mio cognato la domenica cucina il pesce. E’ un maschio e cucina il pesce. Anni fa questo non sarebbe mai potuto succedere”
“Hai mai pensato che gli chef più famosi sono tutti uomini?”
“Ma abbiamo introdotto le quote rosa!”
“Appunto! Senza di quelle non saremmo mai entrate in parlamento sennò”
“Ci saremo entrate lo stesso, fidati. Il marcio è negli occhi di chi guarda. ”
Pausa.
Ognuna prende la proprio tazza e beve.
Hilary riprende con calma:
“Forse hai ragione. Forse ripeto cose che sento dire da molte altre donne deluse e arrabbiate,come la tua vicina di casa o la tua direttrice o tua madre, donne che hanno pensato per un momento di cambiare il mondo. Dimentichiamo quanto abbiamo fatto di buono perché le cose da fare sono ancora tante, troppe. E le farete voi. E’ la vostra battaglia questa.”
Sorride.
Trump esce da me e rimango immersa in una sensazione che non riesco a definire: un misto tra impazienza e timore.
“Non lo so, Penelope…non lo so se..se abbiamo la stessa vostra voglia…le stesse possibilità”
“Le possibilità si creano”
“ Ci dicono tutti di andare via da qui..che qui ormai non si cambierà mai nulla. Che è tutto marcio…mi chiedo se hanno ragione..ma poi penso: chi rimane?”
Penelope si avvicina e mi prende le spalle.
“ Tu cosa senti?”
Questo tipo di domande mi portano sempre in un vorticoso marasma di pensieri che fanno ritardare di minuti le parole. Ma stavolta non è così. E mi scopro a rispondere subito. Diretta. Sicura.
“E allora fallo, mia cara, fallo! E non pensare che combattere a casa sia più facile. Non pensare che sia meno meritevole. Io credo, anzi, che sia molto più complesso perché ti scontrerai con volti amici e cercherai di cambiare realtà che conosci, luoghi che abiti. Dalla tua avrai l’appoggio di chi già ti stima e ti rispetta. Il viaggio che farai sarà duro ma meraviglioso e quando riuscirai nell’intento, perché io ho fiducia in te e so che ce la farai, potrai parlare alla donna che verrà dopo con parole più positive di quelle che ho pronunciato io oggi.”
E termina così Hilary. In grande stile.
Infondo si sa che dietro un presidente c’è sempre una First Lady che ha più palle di lui.
Qualcosa mi scende sulla guancia.
No, non è una lacrima di commozione.
E’ che sono raffreddata, tutto qua…