“Vuoi vedere uno scontro tra generazioni? Vai in autobus durante il mercato. E mettiti seduta sui posti riservati agli anziani. Aspetta qualche fermata e troverai subito qualche vecchietto con cappello o qualche signorotta munita di borsa che ti guarda malamente finché non ti alzi. Secondo loro a prescindere devi lasciarlo libero quel posto? Finché non c’è nessuno uno si siede, no?”
Penelope mi guarda un po’ seccata. Le pupille le si sono ristrette e posso giurare che l’iride da bruna ora è gialla.
Noto come, nonostante la sua età indefinita, sembri sempre così florida e in salute. Lei dice che è merito dei libri, io sostengo sia solo fortuna. O nasci col DNA giusto oppure no.
Se devo paragonarla, per esempio, a quell’anziano del bus, non riesco perché lei..è Altro.
Un mio amico mi diceva che nella vita incontri delle persone che ti nutrono e altre che insegnano a nutrirti.
Penelope appartiene alla seconda categoria.
Per quanto strana (è strana forte!) e puntigliosa, mi accompagna nella vita con parole dolci, senza giudizio.
Le generazioni giovani lo avvertono quando una persona è così. E la rispettano. E le cedono volentieri il posto in autobus. E le danno una mano a portare la spesa.
” A Praga ho visto giovani che, pur con l’autobus pieno, non si azzardavano a toccare i posti riservati. L’educazione non è un fatto generazionale, mia cara, è un discorso culturale.”
Dopo avermi smaccato con un’uscita così efficace, riprende la sua tisana alla menta marocchina e la sorseggia. Poi abbassa il braccio e da sotto il bancone tira fuori un libro con la copertina bianca: GLI SDRAIATI di Michele Serra.
” Le nuove generazioni”
riprende porgendomi il volume
“non sono altro che il frutto delle generazioni precedenti. In esse sono raccolti tutti i limiti, i difetti, le fragilità e le meraviglie di chi è venuto prima di loro. Di secoli e secoli di civiltà e ricerca. Ma da sempre c’è una sorta di incomunicabilità tra generazioni diverse, sembra che non ci si riconosca gli uni con gli altri. D’altra parte bisogna mettere in discussione tutto ciò che è stato per trovare il nuovo. Il progresso è giovane, c’è poco da fare. Voi avete in mano le chiavi di questo mondo, chiavi che poi dovrete lasciare a chi verrò dopo. “
La guardo perplessa.
Dove vuole arrivare?
“Avete gambe così forti e robuste. Dieci minuti di autobus passati in piedi, non potranno certo fermarvi, no?”
E sale al piano di sopra. La solita uscita ad effetto.